CENTRO STUDI WU SHU CREMONA


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Wu Shu

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WUSHU


Wushu letteralmente significa arte marziale, spesso in occidente è chiamato Kung Fu (duro lavoro), quindi indica genericamente le arti marziali cinesi nel loro insieme. Le origini del Wushu sono antichissime e si perdono nella notte dei tempi, le prime guerre fra tribù rivali in Cina risalgono ad almeno 5.000 anni or sono, i cinesi già avevano imparato a costruire ed usare armi e già utilizzavano tecniche di combattimento precise, così come risulta da una serie di ritrovamenti archeologici.
Le prime codificazioni delle tecniche appaiono in questo periodo, durante i periodi di non belligeranza i guerrieri misero a punto tecniche di combattimento sempre più sofisticate e le codificarono per consentirne la trasmissione fra i componenti delle tribù.
Uno dei primi stili di Wushu di cui si ha notizia certa è il Shuai Jiao o lotta cinese, uno stile in cui tecniche di lotta e tecniche di percussione con pugni e calci si combinavano fra diloro in modo mirabile.
Esiste un gran numero di leggende sull'origine delle arti marziali cinesi. Di sicuro si sa che le prime rappresentazioni artistiche di uomini in posa marziale risalgono al periodo preistorico (oltre 4000 anni fa). Le arti marziali cinesi rimasero essenzialmente composte da una serie di danze di guerra e da esercizi fisici di preparazione militare fino al periodo denominato "primavere ed autunni" (770 - 476 a.C.) dove nacquero e si svilupparono le grandi correnti filosofiche cinesi come il Taoismo ed il Confucianesimo. In questo periodo le tecniche marziali iniziarono a fondersi con la filosofia e la religione fino a diventare un argomento di studio persino nei monasteri.
Durante il periodo degli stati combattenti (453-222 a. C.) la pratica del Wushu diviene parte integrante dell'addestramento militare. Esse, in questo periodo, iniziano a differenziarsi in vari stili e le loro tecniche comprendono l'allenamento nell'utilizzo di tecniche di lotta, di percussione e di una svariata serie di armi quali spada, lancia, sciabola, alabarda, coltelli, falci scuri. L'allenamento spesso, era durissimo, e portava i praticanti a padroneggiare ogni tecnica sia a corpo nudo sia eseguita con le armi.
Iniziarono, inoltre, ad essere organizzati tornei, durante i periodi di pace, per mantenere in allenamento i componenti degli eserciti, ciò portò ad una maggiore diffusione del Wushu ma anche ad una maggiore diversificazione degli stili praticati nelle varie scuole.
Bisogna comunque sottolineare, aldilà dell'origine antica e non definita, che quando si parla di Wushu si prende come punto di riferimento lo stile Shaolin originario, ossia quello fondato da Bodhidharma nel 500 d.C. circa nell'omonimo monastero. Successivamente si sono sviluppati innumerevoli altri stili e altre arti marziali, ma tutte in modo diretto o indiretto derivate o influenzate dallo stile Shaolin-quan fondato da Bodhidharma.


La leggenda narra che i monaci Shaolin furono istituiti dall'imperatore cinese per esercitare la funzione di guardia imperiale e che essi, per costruire le loro tecniche, si basarono sull'analisi del comportamento degli animali. Altre leggende raccontano di gesta eroiche compiute dai monaci, fra le quali si ricorda la presunta sconfitta di un intero esercito di mille guerrieri mongoli da parte di quattro monaci Shaolin padroni di un'invincibile tecnica conosciuta col nome di tecnica della camicia di ferro o insensibilità al dolore.
Le varie persecuzioni religiose segnarono il declino di molti templi (fra cui il famoso tempio di Shaolin) e la nascita di "scuole" di arti marziali molto simili a sette segrete ed esoteriche. Questo portò ad un frammentarsi delle tecniche e delle conoscenze dando vita a migliaia di stili molto differenti fra loro, senza contare gli innumerevoli stili detti "del contadino" praticati dagli abitanti delle campagne e che si tramandavano di generazione in generazione.
Nel periodo della rivoluzione culturale, successivo all'avvento del regime comunista di Mao Tse Tung, le guardie rosse, legate alla cosidetta banda dei quattro, cercarono di distruggere i vari stili di kung-fu. In modo particolare vennero prese di mira le scuole più "esoteriche" che rischiarono di essere cancellate in quanto viste come un retaggio dell'epoca imperiale. per cui il Wushu sopravvisse solo come attività sportiva controllata e coordinata da un organismo centrale. Tuttavia oggi stiamo assistendo, sull'onda della nuova età dell'oro del cinema di Pechino ed il conseguente interesse economico del regime, ad una graduale riscoperta delle tecniche e degli stili più tradizionali.
Attualmente il Wushu è diffuso in tutta la Cina e in tutti i paesi dell'occidente, chiaramente nelle forme più svariate, si può essenzialmente suddividere in due grandi tronconi, il Wushu moderno ed il Wushu tradizionale.
Il Wushu moderno è una disciplina sportiva ricca di contenuti e varia di forme e incorpora gli aspetti del combattimento, dello sport, dell'autodifesa, dello spettacolo, della disciplina fisica e mentale.
La sua pratica comprende esercizi in singolo, tao lu, forme che nascono dagli stili tradizionali ed esaltano le doti atletiche dei praticanti oltre alla spettacolarità del movimento, esercizi a mani nude e con armi, esercizi a due o più persone persone combattimenti prestabiliti, Sanda ossia la forma sportiva del combattimento, questo si pratica con l'ausilio di apposite protezioni.
Le specialità studiate durante la pratica sportiva sono:

  • CHANG QUAN boxe lunga del nord della Cina, questo stile è stato messo a punto mediante una rivisitazione dei principali stili tradizionali praticati nel nord della Cina, che ha consentito di combinarne le caratteristiche comuni e di riunirle in un'unica disciplina che fosse sintesi di tutti gli stili. Lettralmente significa "pugno allungato" o "boxe a lungo raggio".
  • NAN QUAN boxe corta del sud della Cina, nasce dalla rivisitazione e riunione delle tecniche tradizionali di combattimento originarie delle regioni a sud dello Yangtze (Fiume Giallo), letteralmente si traduce in pugno del sud.
  • ARMI le principali armi studiate sono la Spada, la Sciabola, il Bastone lungo e la lancia. E' evidente che il metodo comprende lo studio di svariate altre armi sia utilizzate secondo i principi derivant dagli stili del Nord sia da quelli degli stili del Sud.
  • Taijiquan: anche per il taiji a partire dagli anni 50 è stata operata una nuova codificazione delle tecniche e delle forma, ciò ha dato vita ad un forma di taijiquan moderna dapprima nascente dallo stile della famiglia Yang, poi secondo i metodi anche degli stili Chen, Wu e Sun.



WUSHU TRADIZIONALE

Con il nome Wushu tradizionale si indicano le arti marziali propriamente dette, in cui lo studio delle tecniche di combattimento viene accompagnato dallo studio delle rispettive applicazioni. Si tratta di discipline incentrate su principi filosofici e fisici profondi, e la loro pratica ha come obbiettivi, il raggiungimento di una reale capacità di combattimento e la cura del corpo e della mente.
Il Wushu Viene tramandato da più di duemila anni, e nel corso dei secoli hanno subito vari mutamenti. I maestri che le hanno praticate non si sono limitati ad apprenderle per poi riproporle così come gli erano state insegnate, ma le hanno modificate adattandole alle proprie capacità, ai propri principi filosofici e alle necessità strategiche. Questo processo ha consentito alle arti marziali di evolversi continuamente e migliorare, ma ha anche causato una frammentazione che rende molto difficile una classificazione. Si calcola che gli stili andati perduti siano centinaia. Gli stili più praticati sono stati codificati dalle federazioni internazionali che si occupano non solo di tenere vivo lo spirito marziale di quest'arte, ma anche di far sopravvivere un'antichissima tradizione culturale.
Gli stili vengono suddivisi, principalmente, fra stili interni ed esterni. Esiste anche un'altra importante categorizzazione, nata dalle esigenze di adattamento alle condizioni geografiche in cui le arti marziali venivano praticate, quella tra stili del nord e stili del sud. Nel nord della Cina venivano praticati metodi di combattimento che prevedevano l'uso di posizioni ampie, con un gran numero di tecniche di gamba e di salti acrobatici. Nel sud, dove gli abitanti sono spesso più bassi, rispetto ai cinesi che vivono nel nord, e la presenza di molte risaie spesso inibiva l'uso degli arti inferiori, gli stili si sono caratterizzati per un minore utilizzo delle gambe e per posizioni più corte.


Stili interni (nèiji quán):
Gli stili interni si basano sullo studio e lo sviluppo di elementi come lo spirito, la mente ed il qi (respiro, o energia interiore). La pratica degli stili interni di Wushu è caratterizzata da una completa rilassatezza muscolare detta "morbidezza" o "cedevolezza". Con questi termini non si intende un abbandono del corpo, ma ci si riferisce ad uno stadio psico-fisico in cui i muscoli sono decontratti e i sensi sono reattivi. Per "cedevolezza" si intende la capacità di non oppore la forza muscolare a quella dell'avversario, sfruttando così la forza di questi, per cedere, farlo passare oltre, di modo che egli si ritrovi in una posizione nella quale non possa più nuocere. Perciò gli stili interni vengono chiamati anche morbidi, mentre quegli esterni duri.
Tàijíquán ("pugno della suprema polarità")
E' una forma di combattimento basata sul controllo dell'avversario secondo i principi taoisti dell'alternanza fra Yin e Yang, le tecniche di questo stile vengono applicate evitando il contrasto e ricercando la fluidità e le linee di minor sforzo. È divisa principalmente in cinque stili (Chen, Yang, Wu, Wu Yu-Xiang e Sun) di cui il più antico (lo stile Chen) può esser fatto risalire al 1600. Pur essendo a tutti gli effetti una disciplina marziale e di combattimento, in occidente il taijiquan è diventato popolare nella sua forma di ginnastica per la salute.
Xíngyìquán ("pugno dei cinque elementi")
Si tratta di uno stile basato su tecniche rettilinee esplosive e da un controllo lineare dello spazio; i movimenti di base sono catalogati, seguendo la cosmologia taoista, secondo i cicli costruttivi e distruttivi dei cinque elementi (metallo, legno, acqua, fuoco e terra) e dei dodici animali (Drago, Tigre, Scimmia, Cavallo, Coccodrillo, Gallo, Aquila e Orso,Uccello Tai, Serpente, Falco, Rondine) ciò affinchè ad ogni attacco corrisponda, in modo più o meno univoco, una parata ed un contrattacco.
Baguàzhang ("palmo degli otto trigrammi")
Stile sviluppato nel XIX secolo traendo spunto dagli esercizi taosti della "meditazione camminando in cerchio", esso è ben presto divenuto uno dei capisaldi delle tecniche di combattimento interne delle arti marziali cinesi. Le tecniche dello stile sono principalmente circolari e fluide, tanto da essere spesso viste come il naturale contraltare dello Hsing-Yi. Di fatto spesso i maestri praticano entrambi gli stili. Il nome di questo stile deriva dagli otto trigrammi che formano la base del Yijing (il libro dei mutamenti) oltre alla base della cosmologia taoista.
Wudangquan (Boxe del monte Wudang)
Inizialmente sviluppato sul monte Wudang, dove, nel corso dei secoli si sono diffusi numerosi monasteri Taoisti, e dove si colloca la leggenda del monaco, alchimista e grande esperto di arti marziali, Zhang San Feng, al quale viene anche attribuita l'invenzione del Taijiquan. Alla scuola di Wushu interno di Wudang, resa nota alla massa anche grazie al film pluripremiato agli Oscar "La tigre e il Dragone", appartengono i seguenti stili: Wudang Taiji quan, Ba Zhe, Wudang tayi wuxing qinpu quan, Juigong shibatui, Wuji quan (stile che si ispira ai principi filosofici del Tao Te Ching), Yanzhou fudi quan, Yumen quan.
Qigong ("lavoro dell'energia")
Metodo che comprende tecniche di ginnastica, respirazione e meditazione tese allo sviluppo del qi, energia che, secondo la medicina cinese, scorre nel nostro corpo attraverso dei canali chiamati meridiani.


Stili esterni (wàijiquan)
Sono stili veloci ed esplosivi, incentrati principalmente sull'uso della forza fisica e dell'agilità. Vengono chiamati esterni per contrapposizione agli stili interni, quindi non perché prediligano l'uso della forza, rispetto a quello dell'energia interna ma perché la base di partenza è la preparazione fisica per poi giungere allo sviluppo del Qi. Nonostante sia meno accentuato, almeno all'inizio della pratica, lo studio del qi è presente anche negli stili esterni, nei quali di solito viene unito alle capacità fisiche in una fase avanzata dell'apprendimento.
Choy Lee Fut:
Stile del sud della Cina creato da Chan Heung nel 1836 dalla sintesi degli stili di kung fu che imparò in gioventù da 3 grandi maestri. Nello stile si studiano innumerevoli forme, sia a mani nude che con le armi. Esso è caratterizzato da movimenti ampi e veloci di braccia che mirano al colpire senza tregua uno o più avversari durante un combattimento.
Bajiquan (boxe delle 8 direzioni):
E' uno stile caratterizzato da posizioni basse, calci bassi e colpi eseguiti in modo "esplosivo"; è ora lo stile praticato ufficialmente dai militari dell'esercito cinese.
Shaolinquan:
Uno dei più antichi e famosi stili delle arti marziali cinesi. Praticato dai monaci del tempio di Shaolin (letteralmente "piccola foresta") ha influenzato gran parte degli stili successivi. È caratterizzato da tecniche circolari ed esplosive sulla lunga distanza.
Wing Chun:
Stile creato, secondo la leggenda, da una monaca in esilio dopo la distruzione del monastero. In esso le tecniche sono eseguite a corta e cortissima distanza. È anche noto come Wing Tsung, Wing Tzun e molte altre varianti.
Meihuaquan:
Stile del fiore di pruno, nasce dallo shaolin del nord della Cina, si caratterizza per le sue tecniche ampie a lunga distanza, metodo dai movimenti spesso aggraziati e di ampio respiro.
Baimeiquan:
Lo stile del soppraciglio bianco, leggendariamente praticato da colui che tradì il monastero di Shaolin, il monaco Pak Mei.


Stili imitativi:
Categoria di stili "ispirati" alle movenze di un animale. Alcuni stili, come la boxe dell'ubriaco o la boxe del tappeto, ricadono tradizionalmente in questa categoria.
Ditangquan ("boxe del tappeto"):
Insieme di tecniche di caduta e di combattimento a terra. Nella sua versione moderna è uno degli stili più acrobatici e fisicamente impegnativi del Wu-Shu.
Houquan:
"boxe della scimmia" si rifa ai movimenti dell'animale e li riproduce in sequenze di combattimento.
Huquan:
"boxe della tigre", i movimenti sono potenti, si effettuano imitando la tigre che pronta a saltare sulla sua preda per poi ghermirla con i propri artigli. Nello stile si praticano anche esercizi di qigong ispirati ai movimenti dell'animale.
Longquan: "boxe del drago"
Shéquán:
"boxe del serpente", stile dai movimenti sinuosi ora morbidi ora eseguiti con scatti veloci e rapidi, ad imitare un serpente nell'atto di mordere la sua preda.
Tánglángquán:
"boxe della mantide religiosa" questo stile predilige rapide scivolate all'interno della guardia avversaria e colpi rapidi e mirati alle articolazioni. Esistono in realtà molti stili e metodi diversi che si ispirano alla mantide. In particolare le tecniche di gamba (passi, spostamenti e calci) differiscono in maniera notevole fra gli stili del nord e quelli del sud della Cina.
Yingzhaoquan: "boxe dell'artiglio dell'aquila"
Zuijiuquan:
"boxe dell'ubriaco" conosciuto anche come Zui Baxianquan o "stile degli otto immortali" in riferimento alle figure leggendarie cui prende ispirazione. E' uno stile molto versatile e coreografico dove l'accento è posto sulle tecniche di sbilanciamento e sulle posizioni di non equilibrio o di equilibrio precario pur se controllato. Prevede forme a mani nude e con le armi, di cui in particolare si ricordano le tecniche con la spada e col bastone.



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